giovedì 9 aprile 2015

CIMA GREM!!!

7-2-2015

Era forse sabato 7 febbraio. Finalmente avevo ben riposato prima della gita, a differenza della volte precedenti. Era la mia quarta escursione nel gruppo M.u.l.a. Ero anche già stata battezzata ancora alla prima uscita con una spalmata di spumante sul volto e via. Credo fosse lo Ste Riva (in occasione della faticosissima escursione verso la Cima del monte Massone) ad avere avuto la geniale idea di cospargermi in quel modo. Ma è una delle tante e strane dimostrazioni di amore tra noi compagni muli!
Ebbene quel giorno c'era un grigiore diffuso e le previsioni annunciavano nebbia, nuvole e pioggia a seconda delle zone. Noi ci siamo spostati nella bergamasca in Val Seriana, pronti ad affrontare distese infinite di neve nelle peggiori condizioni, puntando in alto più delle nubi verso la Cima Grem 2049 m. Dal colle Zambla son circa 800 metri di dislivello.
Il taccuino di bordo impresso nella sfumata memoria annota due macchine per un totale di 8 muli. L'appello del mulo cernuschese Bod ne contava altri 7: Luchino e il suo gemello Danielo , i milanesi Federica (la sottoscritta) e Peter, i novelli sposi Gloria e Luca, e dulcis in fundo Il Vena. Ritrovo alle 7.30 (10 min di ritardo) sotto casa di Pietro che raccolgo col mio fantastico monovolume del '97, il cosidetto "Gran Buon Vecchio Galaxy" e col quale andiamo a fare gasolio totalizzando un buon quarto d'ora di ritardo sul ritrovo delle 7.45 previste in quel di Cernusco ove abbandono il potente mezzo. Lasciata l'auto al parcheggio ripartiamo in 5 sconfortati dalla pioggia ma di ottimo umore per la preziosa compagnia; guida Danielo. Ultima tappa per recuperare Vena, Gloria e Luca e poi bar per emergenza pipì e necessaria doppia colazione dopo la levataccia. 
Partenza prevista: ore 9 dal Colle Zambla, partenza effettiva, ore 10.30 dal Colle medesimo. Dopo questi 4 incontri ho capito che la M.u.l.a. si rivela spesso ritardataria.







Il clima è umido, c'è nebbia e non fa niente niente caldo. C'è tanta neve e questo rende tutto molto poetico. Imbocchiamo il sentiero e dopo poco ci addentriamo nel bosco imbiancato.








Il cielo continua a essere grigio ma la fatica per la neve alta ci costringe a spogliarci.
Tra una chiacchiera e l'altra sbuchiamo fuori dal boschetto e nel grigiore più totale scopriamo che si intravede un sole tiepido.



Inaspettatamente le nubi si diradano sopra di noi e spunta un sole incandescente, la luminosità è altissima per il riverbero dei raggi solari: è il momento di tirare fuori gli occhiali da sole e sfoggiare le canottiere!




Le foto si sprecano: sopra di noi un cielo blu intensissimo e terso e nemmeno un filo di vento e sotto di noi una distesa di nubi da cui emergono solo le cima più alte.




Tappa ristoro prima dell'ultimo tratto a Baita alta (1613 m) e due chiacchiere con qualche sciatore escursionista dotato di pelle di foca. C'è chi sale e chi già scende. Noi saliamo.




La neve è alta e non regge il nostro peso. Io faccio strada mentre Pietro si attrezza con le sue antiche (e soprattutto utilissime) ciaspole regalate da un gentile parente e mi sostituisce alla guida del gruppo. E passo dopo passo arriviamo in alto fino a raggiungere le lunghe e suggestive creste innevate che percorriamo fino alla croce.




Il paesaggio è nuovamente indescrivibile. Dopo aver preso coscienza della bellezza del luogo ci prepariamo al luculliano banchetto.




I gemelli scoprono di non avere il pane, ne segue battibecco dove la responsabilità della dimenticanza viene elegantemente palleggiata tra i contendenti.




Intanto nei preparativi una bottiglia di te, sbadatamente abbandonata a se stessa su un declivio, prende velocità scivolando inesorabilmente fino a valle. Qualcuno porta del vino ma aimè manca il cavatappi. In molti hanno tentato l'espugnazione con coltelli e coltellini ma ogni prova risulta vana e unica cosa che il Bod riesce ad aprire è una grossa ferita sul dito indice. Sfatato il pericolo imminente di uno svenimento di Bod alla vista del sangue, io e Gloria curiamo amorevolmente la ferita molto profonda che costerà qualche punticino e qualche ora persa in prontosoccorso.



Ci rassegniamo a banchettare umilmente con le disponibilità di ognuno dividendo cioè che abbiamo, mancanze e abbondanze.
Gloria ci mette a conoscenza dell'esistenza di una delizia culinaria mai conosciuta ma che suscita il gradimento di tutti: il PAN DI SPEZIE!!!
Rifocillati scattiamo ancora qualche foto prima del ritorno; c'è chi tenta di salire più in alto sopra la croce e, potendo, ancora più su...


La discesa sarà lunga ma divertente, percorsa a grandi balzi nella neve fresca che a tratti cede sotto il nostro peso.





Seguono pausina per bere e ulteriori scatti al sole che si abbassa verso l'orizzonte;



qualche chiacchiera nell'ultimo tratto verso il boschetto e le ultime bellissime immagini impresse nella mente della luce che filtra tra i rami e rende ancora più incantevole l'atmosfera.



Un camoscio segue i nostri passi dall'alto di una roccia, lasciandosi fotografare,



e attende paziente di essere lasciato nuovamente nel suo silenzio fatto dei sussurri di una giornata serena che volge al tramonto.
Tra un racconto e l'altro, e applicato l'adesivo mula,



si giunge finalmente alle macchine. Prima dell'effettivo rientro ci concediamo te o birretta al bar più vicino e, accesi i fari, scendiamo di nuovo verso valle nella nebbia, ascoltando il cd di Danielo con le canzoni dei cartoni animati.
Reminescenza passate e stanchezza ci accompagnano fino a casa mescolandosi col gusto ancora fresco di una bellissima escursione e di una giornata stupenda trascorsa in piacevole compagnia.
Ancora una volta, grazie Mula!


Federica


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