venerdì 23 dicembre 2016

PORACCI SUGLI SCI, APPELLI, BATTESIMI, VITI, NEOZELANDESI, TRAMONTI E MERENDE.

Svizzera, dicembre 2016. Era un sabato di svago quello del 17 dicembre; alcuni esponenti della M.U.L.A., gruppo di amici appassionati di montagna, aveva organizzato una giornata sugli sci, attirati dall’offerta: “i poracci, se in gruppi superiori a 10, oggi pagano meno al comprensorio di Corvatsch!”.
Gabriele (new-entry mulesca n. 1) fu il primo a svegliarsi quel giorno. Il programma prevedeva: ore 5:10 partenza da Lodi, ore 5:45 Milano con caricamento Chiara (new-entry mulesca n. 2), ore 6:30 Lecco con caricamento Fede e Gerva. Nel frattempo anche i cernuschesi (Blingio, Luchino e Zucco, noto oratore del gruppo) partivano da quel di Cernusco sul Naviglio…

Tutti diretti a Majola, luogo stabilito per l’incontro con la restante compagine di sciatori: Claudiano il diversamente nordico, Loris il bello, Andrea (detto il Mario perché “c’ha la faccia da Mario”) e il NEOZELANDESE, misterioso amico del Mario…. Di lui si sapeva poco: le voci raccontavano di un ragazzo alle prime armi con gli sci, un neofita al quale Il Mario avrebbe dovuto dare le iniziali e rudimentali basi per diventare il futuro Bode Miller (anche se è americano).


L’immaginario collettivo, quando si parla di un “baldo neozelandese”, porta a pensare al classico rugbysta maori degli All Blacks… quando alle 8:00 il gruppo, puntualissimo, si riunisce in casa Corti, Willis (il Kiwi) viene presentato al resto del gruppo: “Hi Willis, nice to meet you!”. Un personaggio particolare, alto quasi due metri… niente di più lontano dall’immagine di Jonah Lomu poteva presentarsi loro davanti.
Il primo approccio con la neve non è mai facile per nessuno, ad ogni modo la completa mancanza di familiarità del Kiwi con l’ambiente montano ha instillato nel pensiero del gruppo dubbi orografici sulla terra dei Maori.

                                                                     Zucco: "Ma in Nuova Zelanda ci dovrebbero essere                                                                                     le montagne, vero?"
Gabriele: <<Magari vive nella “terronia” della Nuova Zelanda e, come alcuni dei nostri del sud, non è mai stato in montagna…>>

Ad ogni modo la giornata del nostro gruppo prosegue come da programma, o meglio… ritardo di 1 ora sulla tabella di marcia perché gli attacchi strafighi e super professional di Claudiano perdono subito una vite, ma nonostante questo tutto procede per il meglio.



Sole, neve, panorami mozzafiato, momenti selfieeeee e sassi attentatori alle vite dei poveri snowboarders (che non riescono ancora a “slalomizzare” come gli sciatori) fanno il resto.





Si giunge finalmente al meritato pranzo al sacco, consumato proprio a 3.303 m s.l.m. davanti al cucuzzolo del Piz Corvatsch e al gruppo del Bernina, con un sole quasi primaverile e con gli svizzeri che guardavano con stupore e disprezzo “i poracci” accampati per terra a consumare il loro scarno pasto.
Nota di merito per la “slinzega” del Gerva e per la maionese più buona del mondo del Mario. Anche il Kiwi mostra di apprezzare le italiche delizie, e senza proferire parola, riesce a trangugiare tutto ciò che gli viene posto innanzi (“mangiava qualsiasi cosa”, ricorderà il Gerva più tardi).
Proprio in occasione della pausa pranzo, si ha una delle pochissime testimonianze fotografiche che lo ritraggono in gruppo:












A fine giornata, un tramonto memorabile sui laghi e le montagne dell’Engadina accompagna i nostri eroi alla meritata merenda a casa Corti (non prima dell’ultimo momento selfieee con tanto di sci in primo piano e Gerva in corsa nell’atto di perdere la sfida con l’autoscatto).






La merenda a base di thè, ottimi muffin fatti dalla Fede, “Nascondini” del Mulino Bianco, focaccine, brioches e altre goloserie, viene consumata con ingordigia dagli astanti. Ma ancora una volta è la performance del Kiwi a regalare le migliori soddisfazioni. Racconta il Gerva di aver assistito ad un episodio chiave: “Kiwi chiede una caramella e fa per prendere una zolletta di zucchero. Qualcuno lo blocca dicendo che non è una caramella e lui, dopo averla un po' assaggiata, con gesto rapido e fulmineo la rimette nella scatoletta delle zollette e si guarda in giro circospetto. Io incrocio il suo sguardo e mi fissa interrogativo… Nessuno saprà mai che zolletta era... Forse l'ha usata il Mario...”
Insomma, gran bella giornata!
Lezioni imparate:
-          Il Mario fa un uso improprio dell’aggettivo “baldo”;
-          I Neozelandesi non sono tutti Maori;
-        I cani al confine svizzero sono sottopagati



Chiara e Gabriele

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