lunedì 22 maggio 2017

Polenta, salsiccia e "sgambatina" notturna al Grignone (invernale)

15 Gennaio 2017, 3:00

Sei coraggiosi, di cui alcuni non curanti della serata passata a bere e strafogarsi di polenta, salsiccia e altre prelibatezze presso casa di Fra, si preparano alla partenza per il Grignone, via invernale. L'obiettivo è duplice: scarpinare su neve (agognata per gran parte dell'inverno) e godere di una stupenda alba panoramica dalla cima.

I coraggiosi: Gerva, Ari, Brusa, Erica, Luchino e Ernie (per Gerva ed Ari battesimo dei ramponi)




Dopo un rapido appello a Balisio, ci si incammina lungo il sentiero. In questa fase si è riparati dal vento e non fa poi così freddo, ma più tardi ringrazieremo per ogni centimetro di stoffa che ci siamo portati dietro. Ancora per un po', nel bosco, le frontali restano accese, ma la speranza è quella di poterle spegnere presto restando illuminati solo dalla luna piena e dalla neve.


Finalmente, usciti dal bosco e illuminati dalla luna procediamo, con passo piuttosto lento, fino al Pialleral. Il morale è alto, ma da qui in poi la notte e il vento freddo cercheranno di spezzare i nostri animi muleschi. Così, indossato tutto ciò che è in nostro possesso, proseguiamo il nostro cammino.

Inizia qui la fase più faticosa, in particolare per Erica e Gerva. Seppure concentrati sulla meta, i loro passi vanno via via rallentando a causa della stanchezza, del buio, del freddo e delle salsicce. Così, raggiungere il bivacco Riva (ambassador a Singapore), diventa una questione infinita. Gerva, a causa del freddo e dei guanti non all'altezza, inizia ad utilizzare alternativamente le mani per tenere i bastoni, tenendo la mano libera in tasca. L'esperto Brusa, che segue da vicino i suoi lenti movimenti per girare un documentario sull'uomo-bradipo, si accorge delle strane movenze e gli offre i suoi guanti di riserva. Solo così Gerva riacquisterà l'uso delle mani e potrà procedere verso una sfolgorante vittoria.

Arrivati al bivacco Riva la situazione sembra davvero critica. Le ragazze Ari e Erica si sentono parecchio stanche e vorrebbero quasi mollare, tanto che ad un certo punto tentano proprio un ammutinamento.



Sono circa le 7:00 e non c'è più speranza di vedere l'alba dalla cima, ma indossati i ramponi e scaldatisi un po', saranno proprio i colori dell'alba pochi minuti dopo a ridonarci la forza per ripartire per il pendente muro del pianto.

Definizione di pendente [Wikipedia]
In questa fase si capisce chiaramente che alcuni muli funzionano ad energia solare (o forse avevano semplicemente digerito le salsicce). Infatti, il muro del pianto viene affrontato con discreta rapidità e goliardia. Luchino fa foto come se non ci fosse un domani, sembra un giapponese (o un cin..ro).



Si è in cresta, manca solo mezz'ora alla meta (il rifugio Brioschi). Si scatta qualche foto per immortalare il momento e si riparte lungo la panoramica via invernale. Brusa, il più esperto, segue dal fondo il gruppo dando supporto a Gerva. In cresta non c'è molta neve e, alle prime armi, non ha dimestichezza sulla tenuta dei ramponi sulla roccia. Ari invece, anche lei al suo battesimo, procede più sicura.



Alle 9.00 con viva e vibrante sodisfaSione arriviamo alla croce, alcuni la abbracciano. Si scattano le foto di rito. Per il ritorno decidiamo di fare il giro ad anello (+1) e quindi si scenderà dall'estiva. Nel frattempo via i ramponi e tutti con le gambe sotto il tavolo per fare una meritata colazione. Si scopre che durante la notte la temperatura era scesa fino a -22°C.






La discesa procede abbastanza rapida, si chiacchera molto rispetto all'andata. Ci si ferma solamente per segnare il territorio.




Ultima sosta in un rifugio al Pialleral per mangiare qualcosa, sentire gli altri muli, amici e parenti. Infine arriviamo a Balisio, stanchi morti e pronti per dormire le prossime 12/14 ore. Ci abbracciamo e ci salutiamo dopo questa lunga, faticosa, ma stupenda esperienza mulesca.

W la M.U.L.A.
W iiiil...preee...siiiii...deeeenteee! Shalalalalalaaa
W il Grignone!


Gerva

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